La ristorazione trentina registra una perdita di fatturato del 56%. A denunciarlo i rappresentanti dell'associazione ristoratori, che ieri hanno incontrato i vertici della Giunta provinciale di Trento.

 «L’impatto della pandemia e delle necessarie misure restrittive – ha spiegato Marco Fontanari – è stato devastante per l’intera categoria e continua ad esserlo anche a seguito della riapertura”. Secondo le stime della Federazione Italiana Pubblici Esercizi, l’emergenza Covid 19, ha prodotto in Italia per l’intero comparto perdite di fatturato pari a circa 34 miliardi di euro, portando alla probabile chiusura di 50.000 imprese e il rischio di perdita di 350.000 posti di lavoro.
“Purtroppo – aggiunge Fontanari - lo scenario nazionale rispecchia quello provinciale: gli incassi si sono ridotti mediamente del 56% e questo per paura sociale, riduzione delle capienze per il distanziamento sociale, mancanza di turisti, ricorso allo smart working”. A soffrire la crisi sono soprattutto le attività di catering, Per l’anno 2020 è prevista una perdita di fatturato dell’80%.
Da qui una serie di proposte che l'associazione ristoratori avanza.
Tra queste, un ulteriore contributo a fondo perduto, proroga degli ammortizzatori sociali e l'attivazione di un bonus gastronomcio per favorire il ritorno della clientela all'interno delle attività. Si tratta in buona sostanza di riconoscere, ad ogni nucleo famigliare, un bonus da utilizzare presso le attività di ristorazione.
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