Hanno patteggiato una pena di 1 anno e 8 mesi di reclusione e una sanzione di 10.329 euro a testa i tre amministratori della società di gestione di sei aree di servizio in A22: sono accusati di truffa ai danni di Autobrennero, ma anche di evasione, corruzione e autoriciclaggio. I tre hanno già restituito la somma di due milioni di euro, profitto dei reati commessi.
Secondo l'accusa, i tre avevano ideato un piano per non versare ad A22 le percentuali dovute su alcuni prodotti venduti. L'operazione condotta dalla Guardia di Finanza, denominata Tarantella, era scattata a marzo 2019: in base alle indagini era emerso che la società spacciava alcuni beni venduti per prodotti tipici locali, anche quando non lo erano, in modo da pagare sempre il diritto più basso (5%) invece delle percentuali corrette che, a seconda del bene, andavano dal 27% al 49%. Per fare questo erano stati modificati i software dei registratori di cassa. Inoltre, nei momenti di maggior afflusso della clientela, non venivano emessi gli scontrini. Gli inquirenti hanno poi scoperto che per sfuggire ai controlli, gli indagati usavano un dispositivo elettronico, una sorta di "semaforo" che segnalava rosso se erano in corso ispezioni da parte dell'Autobrennero, e verde per dare via libera ai cassieri. La truffa ai danni di A22 ammonta a oltre un milione di euro.
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