“A Trento non c'è emergenza idrica, ma l’acqua va usata in modo oculato”. A chiederlo il sindaco del capoluogo Ianeselli, che invita i cittadini ad adottare comportamenti virtuosi. “La raccomandazione anzi è quella di fare un uso oculato dell'acqua: niente doccia che scorre mentre ci si fa il caffè, attenzione anche alle annaffiature di orti e giardini. Quanto alle fontane pubbliche, per ora non abbiamo ritenuto di chiuderle ma di limitarci a ridurre il flusso”. Trento può contare su una rete idrica in buona salute che in futuro migliorerà ancora grazie agli investimenti in programma sulla ricerca delle perdite e sulla gestione che prevede anche l’utilizzo dell’intelligenza artificiale e l’impiego del fotovoltaico per far funzionare le pompe. Trento oggi conta 800 chilometri di tubazioni, 55 serbatoi, 56 sorgenti, 20 pozzi. Si tratta di un sistema complesso, su cui gli interventi sono continui, per esempio per sostituire i tratti di rete obsoleta e regolare la pressione in modo da allungare la vita delle tubature e ridurre le perdite. Negli anni è stato fatto un lavoro importante – ha detto Matteo Frisinghelli, responsabile operativo del Servizio Idrico per Novareti - che ha ridotto la dispersione idrica del 15%. Mentre in Italia il tasso medio di dispersione idrica supera il 35% (con punte del 50 e oltre in alcune località del sud), a Trento le perdite si fermano al 10%.
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